Vaginoplastica Milano

La vaginoplastica è un intervento di chirurgia intima ricostruttiva ed estetico-funzionale che consente di creare, rimodellare o rinforzare il canale vaginale e le strutture vulvo-vaginali, restituendo forma, tono ed elasticità naturali nel pieno rispetto di anatomia e sensibilità.

Indicata dopo parti, in menopausa, in presenza di malformazioni congenite o nell’ambito dei percorsi di affermazione di genere, la vaginoplastica aiuta a ritrovare comfort, funzionalità sessuale e fiducia in te stessa, con risultati armoniosi e personalizzati.

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vaginoplastica Firenze

Cos’è la vaginoplastica

La vaginoplastica è un intervento di chirurgia intima volto alla ricostruzione, al rimodellamento o al ringiovanimento del canale vaginale e delle strutture genitali femminili. Viene eseguita per correggere lassità o allargamento della vagina — spesso conseguenti a parto, menopausa o traumi — con l’obiettivo di migliorare funzionalità ed estetica vulvo-vaginale.

In ambito di affermazione di genere (MtF), la vaginoplastica consente la creazione di una neovagina funzionale e sensibile a partire da genitali maschili, rispettando aspetto, funzione sessuale e funzione urinaria. La procedura può includere il restringimento del canale, il rinforzo della muscolatura e il rimodellamento delle strutture esterne (labbra e clitoride); nei percorsi transgender prevede la realizzazione completa della neovagina con tessuti idonei a preservare sensibilità e funzione. Si tratta di un intervento complesso che richiede pianificazione accurata e alta precisione per ottenere risultati naturali, stabili e funzionali, con un concreto miglioramento della qualità di vita e della soddisfazione personale.

A chi si rivolge la vaginoplastica

La vaginoplastica è indicata a chi desidera migliorare in modo funzionale ed estetico l’anatomia vulvo-vaginale. Riguarda due gruppi principali: persone transgender in percorso di affermazione di genere e donne cisgender con alterazioni anatomico-funzionali che incidono su comfort, sessualità e qualità di vita.

1. Persone transgender (MtF)

Nel contesto della chirurgia di conferma di genere, la vaginoplastica è l’intervento cardine per creare una neovagina dall’aspetto naturale, con potenziale sensibilità e possibilità di lubrificazione, nel rispetto della funzione sessuale e urinaria. L’idoneità prevede stabilità psicologica, percorso endocrinologico completato con terapia ormonale stabilizzata e, ove richiesto, le necessarie autorizzazioni legali. Fondamentale l’adesione al follow-up post-operatorio, incluse le dilatazioni vaginali programmate per prevenire stenosi, oltre a igiene accurata e controlli regolari.

2. Donne cisgender con alterazioni anatomico-funzionali

  • Lassità vaginale o allargamento del canale dopo parti o in menopausa;
  • Prolassi pelvici e incontinenza urinaria da sforzo che riducono il controllo e la qualità di vita;
  • Cicatrici post-traumatiche o esiti che limitano comfort e funzionalità sessuale;
  • Difetti congeniti o esiti di interventi precedenti che richiedono rimodellamento o rinforzo muscolare.

Quando terapie conservative (riabilitazione del pavimento pelvico, dispositivi e/o trattamenti medici) non sono sufficienti, la vaginoplastica può ridurre il calibro vaginale, migliorare il sostegno tissutale e ripristinare elasticità e continente, con benefici funzionali ed estetici.

Il profilo della candidata o del candidato ideale

  • Buona salute generale, maggior età e aspettative realistiche sui risultati;
  • Disponibilità a seguire indicazioni pre e post-operatorie, tempi di recupero e dilatazioni programmate quando indicate;
  • Per persone transgender: percorso psicologico concluso e stabilità ormonale documentata;
  • Per donne cisgender: diagnosi specialistica (lassità, prolasso, disfunzioni sessuali/urinarie) non risolte con approcci conservativi.

Se ti riconosci in questi quadri e vuoi valutare un intervento di vaginoplastica, una consultazione con un/una specialista in ginecologia o uroginecologia permetterà di definire indicazione, tecnica e percorso più adatti al tuo caso.

Caratteristiche Intervento

Durata del trattamento

La vaginoplastica può durare da 2 a 6 ore, in relazione alla tecnica impiegata e alla complessità del caso. Gli interventi di riassegnazione di genere (MtF) richiedono in genere più tempo perché includono la creazione di una neovagina completa; nelle correzioni funzionali o estetiche per donne cisgender la durata è spesso più breve. In ogni scenario si tratta di una procedura meticolosa che mira a ottenere un risultato naturale, stabile e pienamente funzionale.

Anestesia

Di solito l’intervento viene eseguito in anestesia generale per garantire completo comfort e immobilità del paziente. In alcune correzioni meno estese si può optare per un’anestesia spinale con sedazione profonda, che permette un recupero più rapido. L’équipe anestesiologica monitora costantemente i parametri vitali per mantenere la massima sicurezza lungo tutto il percorso operatorio.

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Preparazione

La vaginoplastica, come ogni intervento di chirurgia intima specialistica, richiede una preparazione pre-operatoria rigorosa per massimizzare sicurezza, qualità della guarigione e risultati funzionali ed estetici. Il percorso include una valutazione clinica completa, indicazioni comportamentali personalizzate ed esami di idoneità mirati.

Visita specialistica pre-operatoria

  • Revisione dello stato di salute generale, anamnesi completa, allergie e farmaci in uso.
  • Valutazione di patologie che possono influenzare anestesia o chirurgia (coagulazione, metabolismo, cardiopatie).
  • Conferma di idoneità psicologica e aspettative realistiche sugli esiti.
  • Pianificazione della tecnica chirurgica più adatta all’anatomia e agli obiettivi (condivisione rischi/benefici e consenso informato).
  • Gestione pre-operatoria delle terapie che interferiscono con la coagulazione o con l’anestesia, secondo indicazione medica.
  • Per percorsi MtF: verifica di stabilità ormonale e coordinamento con l’endocrinologo per l’eventuale modulazione della terapia.

Indicazioni comportamentali pre-intervento

  • Stop al fumo (e nicotina) almeno 2 settimane prima e dopo per favorire la guarigione.
  • Sospensione, se prescritta, di anticoagulanti, antiaggreganti, alcuni FANS e integratori che aumentano il rischio di sanguinamento.
  • Digiuno secondo protocollo anestesiologico: in genere 6–8 ore per i solidi e 2 ore per liquidi chiari.
  • Igiene intima accurata; eventuale depilazione/epilazione delle aree interessate se richiesta dal chirurgo.
  • Per tecniche che lo prevedono, eventuale preparazione intestinale o gestione della terapia ormonale secondo istruzioni del team.
  • Organizzare un accompagnatore per il rientro e le prime ore post-operatorie; segnalare tempestivamente allergie o nuovi sintomi.

Esami pre-operatori

  • Esami del sangue: emocromo, coagulazione, profilo biochimico/elettroliti e sierologie quando indicate.
  • Esame urine con eventuali colture in base al quadro clinico.
  • ECG e valutazione anestesiologica pre-intervento.
  • Pressione arteriosa e parametri vitali di base.
  • Rx torace o ulteriori accertamenti (es. visita cardiologica, ecografie) nei casi selezionati.
  • β-hCG in età fertile, quando appropriato.

Questa preparazione, strutturata e personalizzata, è fondamentale per ridurre i rischi, ottimizzare il decorso post-operatorio e ottenere risultati naturali e funzionali in linea con gli obiettivi della paziente o del paziente.

In cosa consiste e quando è indicato il restringimento e rimodellamento della muscolatura vaginale

Per le donne cisgender con lassità vaginale dovuta a parti multipli, menopausa o traumi, la vaginoplastica funzionale mira a ripristinare le proporzioni naturali del canale vaginale e il sostegno del pavimento pelvico, migliorando comfort, funzione sessuale e continenza. L’intervento agisce in profondità (rafforzamento dei muscoli pubococcigei, ricostruzione del corpo perineale, riduzione del calibro vaginale) e non lascia cicatrici visibili esternamente, poiché le suture sono interne. È indicato quando la riabilitazione del pavimento pelvico, i presidi conservativi e le terapie mediche non offrono un beneficio sufficiente o quando coesistono prolassi o incontinenza urinaria da sforzo che richiedono una correzione chirurgica mirata.

  • Rafforzamento e calibrazione: plicature mirate dei piani muscolari (levatorplasty/perineoplastica) per recuperare tono ed elasticità e ridurre il diametro vaginale.
  • Supporto pelvico: correzione di prolasso e miglioramento del sostegno tissutale, con eventuale associazione di tecniche anti-incontinenza quando indicate.
  • Risultato funzionale ed estetico: miglioramento della sensibilità nei rapporti e dell’armonia vulvo-vaginale, con cicatrici minimali e ben mimetizzate.

Alternativa mini-invasiva: il ringiovanimento vaginale con laser o dispositivi a radiofrequenza prevede cicli ambulatoriali brevi, utile nei quadri di lassità lieve o per pazienti che desiderano recuperi più rapidi. Le energie ablative/non ablative migliorano la qualità della mucosa e il trofismo, ma non sostituiscono una vaginoplastica quando sono necessari rinforzo muscolare e correzione anatomica.

Come avviene un intervento di vaginoplastica

La vaginoplastica è una procedura complessa eseguita in ambiente ospedaliero, in genere in anestesia generale, con pianificazione pre-operatoria accurata. Può essere finalizzata alla ricostruzione/rimodellamento funzionale nelle donne cisgender oppure alla creazione di una neovagina nell’ambito dei percorsi di affermazione di genere (MtF). La durata varia in base alla tecnica e all’anatomia; sono frequenti il catetere vescicale temporaneo e un tamponamento vaginale di conformazione nelle prime giornate post-operatorie. Il programma post-chirurgico include controlli ravvicinati e, per le neovagine, dilatazioni progressive secondo protocollo personalizzato.

Fasi principali (tecniche peno-scrotale e inversione peniena)

1. Fase demolitiva

Rimozione dei genitali originari con orchiectomia bilaterale e penectomia parziale o totale, asportazione dei corpi cavernosi e dei segmenti spongiosi non necessari. Si preserva il fascio vascolo-nervoso del glande per garantire la futura sensibilità erotica del neoclitoride.

2. Fase ricostruttiva

Si crea la cavità tra prostata e retto che verrà rivestita con tessuti idonei; si modella il neoclitoride da una porzione di glande preservata e si ricostruiscono piccole e grandi labbra con lembi cutanei dedicati. L’uretra viene accorciata e riposizionata per permettere la minzione in posizione seduta con un neomeato esteticamente e funzionalmente corretto. La profondità e l’ampiezza della neovagina vengono personalizzate in base all’anatomia e agli obiettivi.

Tecniche di vaginoplastica

  • Inversione di cute peniena: la pelle del pene viene invertita a “dito di guanto” per rivestire la cavità vaginale. È la tecnica più utilizzata; richiede epilazione definitiva delle aree destinate all’interno per evitare ricrescita di peli e prevede spesso la necessità di lubrificanti durante i rapporti.
  • Lembo peno-scrotale: combina cute di pene e scroto per aumentare profondità e copertura quando il tessuto penieno è insufficiente; consente un modellamento più ampio delle strutture esterne.
  • Colon-vaginoplastica: utilizza un segmento di colon sigmoideo per rivestire la neovagina, utile come primaria in casi selezionati o come revisione quando la cute disponibile è limitata. Offre lubrificazione mucosa intrinseca e una buona stabilità dimensionale.
  • Vaginoplastica peritoneale (flap di peritoneo): impiega lembi di peritoneo addominale per rivestire la cavità, alternativa moderna che fornisce una superficie mucosa-simile, utile in pazienti con poca cute disponibile.

La scelta della tecnica dipende da disponibilità tissutale (cute peno-scrotale, esiti di circoncisione), biotipo, obiettivi sulla profondità e sulla lubrificazione, eventuali interventi precedenti e preferenze della persona. Un aspetto cruciale è la programmazione delle dilatazioni post-operatorie per mantenere calibro e profondità, insieme a una igiene meticolosa e a follow-up regolari con il team chirurgico.

Le cicatrici

Le cicatrici dopo vaginoplastica sono l’esito naturale della guarigione. Con le attuali tecniche microchirurgiche risultano in genere poco visibili e posizionate in aree strategiche, senza interferire con estetica e funzionalità della nuova anatomia. Nel post-operatorio sono comuni gonfiore, lieve dolore e ecchimosi per alcuni giorni; la cicatrizzazione progredisce nelle settimane successive.

Dove si localizzano

  • Regione inguinale/perineale: incisioni mimetizzate nelle pieghe naturali.
  • Accessi peno-scrotali (nei percorsi MtF): disegni nascosti tra vulva e perineo.
  • Interno della neovagina: suture non visibili esternamente e, se indicate, rifiniture che rendono i margini sottili e lisci.

Perché restano poco evidenti

  • Tracciato delle incisioni in zone d’ombra o pliche cutanee.
  • Rispetto dei fasci neuro-vascolari per preservare sensibilità.
  • Chiusura a bassa tensione per ridurre rischio di ipertrofie o cheloidi.

Decorso e cura delle cicatrici

  • Prime 2–4 settimane: arrossamento/indurimento transitori; poi progressiva schiaritura e ammorbidimento.
  • Igiene accurata, gel di silicone/medicazioni secondo prescrizione e massaggi delicati dopo il via libera medico.
  • Evitare sole/UV, fumo e attività con attrito intenso finché indicato.
  • Neovagina: seguire il protocollo di dilatazioni per prevenire stenosi senza traumatizzare i tessuti.

Quando possono essere più visibili

Raramente possono comparire cicatrici ipertrofiche, cheloidi, aderenze, piccole deiscenze o, eccezionalmente, necrosi di lembi. Segnali d’allarme: prurito persistente, ispessimento progressivo, dolore, discromie marcate o secrezioni. Le opzioni includono infiltrazioni corticosteroidee, laser frazionato, medicazioni avanzate o revisione chirurgica mirata.

In sintesi, le cicatrici della vaginoplastica sono progettate per essere discrete e tendono a mimet

Fase post operatoria e recupero

Dopo una vaginoplastica si rimane di norma ricoverati 4‑7 giorni, con analgesici e antibiotici per tenere sotto controllo dolore, gonfiore e piccole perdite di sangue.

Appena a casa occorre mantenere l’area pulita con lavaggi antisettici, cambiare le medicazioni come indicato e riposare con le gambe leggermente sollevate.

Per le neovagine ricostruttive, la dilatazione quotidiana con appositi tutori inizia pochi giorni dall’intervento, dura 10‑30 minuti due volte al giorno e prosegue almeno sei mesi: è essenziale per evitare stenosi e conservare profondità e larghezza adeguate.

Nelle prime 3‑6 settimane vanno evitati sforzi, sport e sollevamento di pesi; molte pazienti tornano al lavoro leggero entro 2‑3 settimane, mentre i rapporti sessuali sono di solito permessi dopo 6‑8 settimane, previo controllo medico. Febbre, dolore crescente, gonfiore marcato o perdite maleodoranti sono segnali di possibili complicanze e richiedono visita immediata.

Visite di follow‑up programmate consentono al chirurgo di valutare la cicatrizzazione, l’efficacia delle dilatazioni e l’eventuale necessità di piccoli aggiustamenti. Seguendo con attenzione queste indicazioni si favorisce una guarigione rapida e si preservano al meglio i risultati estetici e funzionali dell’intervento.

Rischi e complicazioni

Ogni intervento chirurgico comporta rischi e possibili complicazioni, e la vaginoplastica non fa eccezione. Conoscerli in anticipo favorisce un consenso informato consapevole e aiuta a riconoscere tempestivamente eventuali segnali di allarme.

Rischi generali

  • Sanguinamento intra o post-operatorio, di norma controllabile con emostasi e terapia mirata.
  • Infezione della ferita chirurgica, prevenuta da tecnica sterile e, se indicato, antibiotici.
  • Reazioni allergiche ad anestetici o farmaci di supporto.
  • Ritardi di cicatrizzazione, piccole necrosi di lembi, ematomi o sieromi (talvolta da drenare).
  • Raro rischio tromboembolico legato alla chirurgia maggiore e all’anestesia generale.

Complicazioni specifiche della vaginoplastica

  • Alterazioni cicatriziali (ipertrofie, cheloidi), più probabili in aree inguinali/perineali.
  • Disestesie o riduzione temporanea della sensibilità clitoridea, di solito in regressione entro 6–12 mesi.
  • Asimmetrie dei genitali esterni, calibro e/o profondità non ottimali, talvolta candidabili a revisione.
  • Dolore pelvico persistente o parestesie genito-perineali transitorie.

Eventi avversi tipici della neovagina (MtF)

  1. Deiscenza di suture nel primo mese, generalmente gestibile con medicazioni o piccole revisioni.
  2. Granulazioni o eccesso cicatriziale, trattabili ambulatorialmente (es. cauterizzazione).
  3. Stenosi vaginale, prevenibile con programma costante di dilatazioni guidate.
  4. Fistole uretrali o retto-vaginali, rare ma più probabili con rivestimento colico.
  5. Prolasso della neovagina o del neoclitoride, correggibile chirurgicamente.
  6. Ricrescita di peli intraluminali, prevenibile con epilazione laser pre-operatoria delle aree destinate al rivestimento interno.

Incidenza e prevenzione

Nei centri con elevata esperienza, le complicanze maggiori interessano meno del 10% dei casi. La riduzione del rischio chirurgico passa attraverso: scelta di équipe esperte in chirurgia urogenitale, ottimizzazione pre-operatoria (sospensione del fumo, controllo di coagulazione e glicemia) e rigoroso follow-up post-operatorio con igiene locale, terapia indicata, calendario di dilatazioni e controlli programmati.

Risultati

Decorso post-operatorio, dilatazioni e ripresa

Al termine della vaginoplastica viene posizionato un dilatatore vaginale per mantenere profondità e calibro; la dilatazione periodica prosegue per alcuni mesi secondo il protocollo del team. Il ricovero medio è di 5–7 giorni e può includere catetere vescicale temporaneo e medicazioni interne. La sensibilità erotica è generalmente preservata tramite la creazione di un neoclitoride sensibile (circa 70–80% dei casi), con progressivo miglioramento nei mesi successivi. I rapporti sessuali si riprendono di norma dopo 8–12 settimane, solo dopo il controllo medico.

  • Dilatazioni: usare lubrificante a base acquosa, rispettare frequenza e progressione delle misure indicate; pulire accuratamente i dispositivi e non forzare in caso di dolore.
  • Attività: cammino leggero entro 24–48 h; lavoro sedentario in 2–4 settimane; sport, piscina e sauna dopo 6–8 settimane (o quando autorizzato).
  • Igiene e comfort: docce tiepide, biancheria in cotone, indumenti non aderenti; evitare fumo, esposizione UV diretta e sforzi che aumentano la pressione addominale.
  • Funzione sessuale e lubrificazione: possibili orgasmi con il neoclitoride; in alcune tecniche (es. inversione cutanea) può servire lubrificante durante i rapporti; secrezione mucosa iniziale è attesa con colon-vaginoplastica.
  • Revisione: in una quota di pazienti possono servire piccoli rimodellamenti per ottimizzare estetica e funzionalità (ambulatoriali o in day-surgery).
  • Supporto: valutare riabilitazione del pavimento pelvico per migliorare controllo, comfort e consapevolezza corporea.

Segnali di allarme: quando contattare il team

  • Febbre > 38 °C, sanguinamento persistente o secrezioni maleodoranti.
  • Difficoltà urinarie, dolore intenso non controllato, perdita di profondità o impossibilità alla dilatazione.
  • Aree scure/fredde della cute, deiscenze della ferita, gonfiore asimmetrico marcato.

Nota: indicazioni e tempi sono generali; attenersi sempre al piano personalizzato fornito dall’équipe (calendario dilatazioni, farmaci, controlli programmati).

Vaginoplastica Milano
Milano

Dove viene eseguito l'intervento

La Clinica Ireos esegue interventi di Vaginoplastica Milano a Milano presso la sede Spatium.

  • Via Albricci 9 Milano, MI - 20122, Italia
  • 055.332595
  • info@clinicaireos.com
  • Orario di apertura
    dal Lunedì al Venerdì dalle 09:00 alle 20:00

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Aereo

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Costo Vaginoplastica

Il prezzo parte da circa 6.000 €, ma può salire se la procedura è più complessa (fino a 10‑12 mila euro per tecniche avanzate o revisioni). Per stabilire la cifra esatta è indispensabile un consulto preliminare: il chirurgo valuta la tua situazione anatomica, la tecnica più adatta e la durata prevista dell’operazione.

Il costo comprende:

  • visita multidisciplinare e esami pre‑operatori
  • sala operatoria con anestesia e materiali di sutura
  • ricovero di 1‑7 giorni, a seconda del caso
  • dilatazioni vaginali guidate da personale specializzato
  • controlli post‑operatori fino a 12 mesi

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Domande Frequenti

Il prezzo di riferimento è intorno a 6.000 €, ma può variare in base alla tecnica e alla durata dell’operazione. Un consulto preliminare è indispensabile per definire un preventivo personalizzato.

Gli eventi avversi più rari ma possibili sono : sanguinamento, infezione, ritardo di cicatrizzazione ed ematomi. Con sorveglianza post‑operatoria e terapia mirata questi episodi vengono gestiti efficacemente.

Nelle donne con utero e ovaie intatti l’intervento non compromette la fertilità né la gravidanza futura.

Sì. Il rafforzamento della muscolatura vaginale ripristina il tono perineale, aumenta il controllo neuromuscolare e può intensificare la sensibilità durante i rapporti.

La vaginoplastica non è generalmente considerata un intervento estremamente doloroso, soprattutto grazie alle moderne tecniche anestesiologiche. Durante la procedura, viene utilizzata principalmente un’anestesia locale combinata con sedazione profonda o anestesia generale, che garantisce il massimo comfort e assenza di dolore durante l’operazione.

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