Hai notato un rigonfiamento sulla cicatrice di un vecchio intervento all’addome che tende ad aumentare quando tossisci, sollevi pesi o stai in piedi a lungo?
Potrebbe trattarsi di un laparocele, una particolare forma di ernia addominale che si sviluppa proprio in corrispondenza di una cicatrice chirurgica. Non è solo un problema estetico: nel tempo può causare dolore, senso di peso, limitazioni nei movimenti e, nei casi più avanzati, complicanze che richiedono un intervento urgente.
Presso la Clinica Ireos di Firenze, mi occupo quotidianamente di patologie della parete addominale, in particolare di ernie (inguinali, ombelicali, epigastriche) e laparoceli, utilizzando tecniche tradizionali e mininvasive per rinforzare la parete e ridurre il rischio di recidiva. L’obiettivo non è soltanto “chiudere il buco”, ma ricostruire una parete addominale stabile, funzionale e duratura, tenendo conto della storia chirurgica del paziente, delle sue condizioni generali e delle sue esigenze di vita e lavoro.
Che cos’è il laparocele
Il laparocele è una ernia incisionale: un difetto della parete addominale che insorge in corrispondenza di una cicatrice chirurgica conseguente a un intervento addominale (ad esempio per appendicite, colecistectomia, isterectomia, interventi al colon, ecc.). In pratica, i piani muscolari e fasciali che erano stati incisi per accedere all’addome non guariscono in modo completamente solido; nel tempo, sotto la spinta della pressione interna, si crea un punto di debolezza attraverso cui possono protrudere tessuti e visceri (grasso preperitoneale, omento, anse intestinali).
Clinicamente il paziente percepisce:
- una sporgenza sulla cicatrice, più evidente in piedi o sotto sforzo;
- spesso una sensazione di fastidio o dolore, variabile in intensità;
- talvolta una “pancia deformata” o asimmetrica, che può creare disagio anche estetico.
È importante sottolineare che il laparocele non tende a regredire spontaneamente: nella maggior parte dei casi, se non trattato, tende lentamente ad aumentare di dimensioni.
Perché si forma il Laparocele?
Immagina una cerniera lampo che si rompe nel mezzo. Dopo un intervento (come cesareo, appendicite, colecisti o interventi all’intestino), la parete addominale dovrebbe cicatrizzare e tornare solida. A volte, però, la cicatrizzazione è debole a causa di:
- Infezione della ferita avuta dopo il primo intervento.
- Sforzi eccessivi fatti troppo presto.
- Sovrappeso o Diabete, che rallentano la guarigione.
- Età: I tessuti perdono elasticità.
Il risultato è un “bozzo” che si gonfia quando stai in piedi e rientra quando ti sdrai.
Sintomi del laparocele: quando preoccuparsi
Il sintomo più tipico è la comparsa di un bozzo o rigonfiamento in corrispondenza della cicatrice. Tuttavia, non tutti i laparoceli si presentano allo stesso modo.
I sintomi più frequenti sono:
- Rigonfiamento visibile sulla cicatrice, che:
- aumenta quando ci si alza, si tossisce o si fanno sforzi;
- tende a ridursi (anche parzialmente) in posizione supina.
- Dolore o fastidio localizzato, soprattutto:
- a fine giornata;
- durante l’attività fisica o il lavoro manuale.
- Sensazione di peso o tensione addominale.
- Difficoltà a indossare abiti aderenti o fastidio con la cintura.
Alcuni laparoceli possono essere inizialmente poco sintomatici e venire sottovalutati; altri, al contrario, diventare presto limitanti per le attività quotidiane.
Segni di allarme
È importante rivolgersi tempestivamente al medico o al pronto soccorso se compaiono:
- dolore improvviso e intenso sulla zona del laparocele;
- rigonfiamento che diventa duro e non più riducibile;
- nausea, vomito, blocco di gas e feci, distensione addominale.
Questi segni possono indicare una ernia strozzata (strozzamento del contenuto erniato), condizione che richiede spesso un intervento urgente.
Diagnosi del laparocele presso Clinica Ireos
Curare un laparocele è molto più complesso che curare un’ernia semplice. Richiede una strategia di “ingegneria chirurgica”.
Il percorso in Clinica Ireos:
- Valutazione della parete: Usiamo spesso la TC Addome per mappare esattamente i muscoli e capire quanto sono danneggiati.
- Pianificazione “Su Misura”: Non esiste una tecnica unica. Ogni laparocele ha la sua soluzione.
Il laparocele si può curare senza intervento?
Ad oggi non esiste una terapia farmacologica o fisioterapica in grado di “chiudere” un laparocele. Il difetto nella parete addominale è di tipo meccanico e, una volta formato, tende nel tempo a:
- ingrandirsi progressivamente;
- contenere una quota sempre maggiore di visceri;
- diventare più difficile da correggere chirurgicamente.
In alcuni casi selezionati (pazienti molto anziani, fragili, con controindicazioni importanti alla chirurgia) si può valutare un approccio conservativo:
- uso di guaina o pancera di sostegno;
- controllo del peso;
- limitazione degli sforzi.
Si tratta comunque di una gestione palliativa, non risolutiva: quando possibile, soprattutto in pazienti ancora attivi, l’approccio di scelta è la correzione chirurgica programmata.
Intervento per laparocele a Firenze: obiettivi, principi e tecniche chirurgiche
L’intervento per laparocele ha come obiettivo principale la ricostruzione solida e funzionale della parete addominale, correggendo il difetto che si è formato sulla cicatrice di un precedente intervento. In pratica, la chirurgia mira a:
- chiudere il difetto riportando i piani muscolo-fasciali alla loro anatomia naturale;
- ridurre il contenuto erniato, che può essere grasso o un’ansa intestinale;
- rinforzare la parete con una rete protesica biocompatibile, quando indicato, per minimizzare il rischio di recidiva;
- migliorare non solo l’aspetto estetico, ma soprattutto la stabilità e la funzione della parete, con beneficio su postura, mobilità e qualità di vita.
La scelta della tecnica più appropriata dipende da diversi fattori, tra cui dimensioni del difetto, numero di laparoceli o ernie associate, qualità dei tessuti, eventuali cicatrici o aderenze, BMI e stato di salute generale.
Tecniche chirurgiche disponibili
Correzione open (a cielo aperto)
È la tecnica tradizionale e prevede una nuova incisione a livello del difetto. Consente di lavorare direttamente sui tessuti, ridurre l’ernia, mobilizzare i piani muscolari e ricostruire la parete con suture rinforzate, associando quasi sempre il posizionamento di una rete. È la scelta più indicata nei laparoceli voluminosi, in presenza di cicatrici complesse, aderenze estese o quando è necessario trattare anche un eccesso cutaneo.
Chirurgia mininvasiva (laparoscopica o ibrida)
Quando le condizioni lo permettono, il laparocele può essere trattato attraverso piccole incisioni, utilizzando una telecamera e strumenti dedicati. Il contenuto erniato viene ridotto, il difetto chiuso e si posiziona una rete in un piano protetto rispetto ai visceri.
I principali vantaggi sono:
- cicatrici più piccole,
- minor dolore post-operatorio,
- recupero più rapido,
- minore rischio di infezione della ferita.
La decisione tra approccio open o mininvasivo viene sempre presa caso per caso, valutando attentamente benefici e limiti di ciascuna opzione per garantire una riparazione sicura, efficace e duratura.
Decorso post-operatorio e tempi di recupero
Il decorso dopo un intervento di laparocele varia in base all’estensione della riparazione, alla tecnica scelta e alle condizioni generali del paziente. In linea generale:
- Ricovero: di solito 1–3 giorni per gli interventi standard; può essere più lungo in caso di laparoceli complessi o pazienti fragili.
- Dolore: gestito con terapia analgesica mirata; nella maggior parte dei casi il dolore è controllabile e tende a ridursi nettamente nelle prime settimane.
- Mobilizzazione: incoraggio la deambulazione precoce (già entro le prime 24 ore) per ridurre il rischio di trombosi e favorire il recupero.
- Guaina addominale: spesso raccomandata per alcune settimane per sostenere la parete durante la fase iniziale di cicatrizzazione.
- Ritorno alle attività leggere: in genere dopo pochi giorni.
- Rientro al lavoro d’ufficio: mediamente dopo 1–2 settimane, se non sono richiesti sforzi fisici.
- Attività fisica e sforzi intensi: vanno evitati nelle prime settimane; la ripresa progressiva viene programmata insieme allo specialista, spesso dopo 6–8 settimane.
Rischi, complicanze e prevenzione delle recidive
Come ogni intervento chirurgico, anche la correzione del laparocele comporta possibili complicanze:
- ematomi o sieromi in sede chirurgica;
- infezioni di ferita o, più raramente, della rete protesica;
- alterazioni transitorie della sensibilità cutanea;
- recidiva del difetto nel tempo.
Un’attenta selezione e preparazione del paziente, unita all’esperienza di un chirurgo dedicato alla parete addominale, permette di ridurre significativamente questi rischi.
Per prevenire recidive e complicanze è fondamentale:
- smettere di fumare o ridurre drasticamente il fumo nelle settimane pre- e post-operatorie;
- ottimizzare il peso corporeo (quando possibile, un dimagrimento programmato prima dell’intervento);
- controllare patologie come diabete e ipertensione;
- seguire scrupolosamente le indicazioni su guaina, sollevamento pesi e ripresa dell’attività fisica;
- evitare il “fai-da-te” con esercizi addominali non idonei.
Laparocele a Firenze: perché rivolgersi al Dott. Matteo Giannelli
Sono un Chirurgo Generale con formazione universitaria a Firenze (laurea e specializzazione entrambe con lode) e oltre quindici anni di esperienza in chirurgia addominale. Una parte significativa della mia attività è dedicata alla chirurgia della parete addominale, con particolare attenzione a:
- ernie inguinali, ombelicali, epigastriche;
- laparoceli su cicatrice, anche complessi o recidivi;
- diastasi dei muscoli retti e difetti combinati di parete.
Nel corso della carriera ho partecipato a più di 1300 interventi chirurgici, affinando sia le tecniche tradizionali sia quelle mininvasive, con l’obiettivo di offrire una riparazione solida e duratura e, al tempo stesso, un decorso post-operatorio il più possibile confortevole. Partecipo regolarmente a congressi e corsi dedicati alla chirurgia di parete, organizzo eventi formativi su ernie e diastasi e collaboro con team multidisciplinari per ottimizzare la gestione pre- e post-operatoria.
Presso la Clinica Ireos di Firenze il paziente trova:
- un ambiente riservato e accogliente;
- tempi di attesa contenuti;
- un’équipe dedicata alla chirurgia della parete addominale;
- un percorso personalizzato dalla prima visita al follow-up, con attenzione sia all’aspetto funzionale sia al risultato estetico.
Come prenotare una valutazione per laparocele a Firenze
Se sospetti di avere un laparocele, hai già una diagnosi e stai valutando l’intervento, oppure desideri un secondo parere su un difetto di parete addominale complesso, puoi prenotare una visita con me presso la Clinica Ireos di Firenze.
Per informazioni e prenotazioni:
Telefono: 055.332595
Email: info@clinicaireos.com
Indirizzo: Piazza Giacomo Puccini, 4 – 50144 Firenze
Una valutazione specialistica è il primo passo per capire:
- se nel tuo caso sia indicato un intervento di correzione del laparocele;
- quale tecnica sia più adatta alla tua situazione;
- come prepararti al meglio e quali risultati puoi ragionevolmente aspettarti.
L’obiettivo è accompagnarti in un percorso chiaro, sicuro e personalizzato, per ritrovare una parete addominale stabile e funzionale e migliorare la qualità della tua vita quotidiana.
Laparocele (ernia post–chirurgica)
Firenze
Dove viene eseguito l'intervento
La Clinica Ireos esegue interventi di Laparocele (ernia post–chirurgica) a Firenze direttamente presso la sua sede.
- Piazza G. Puccini 4 Firenze, FI - 50144, Italia
- 055.332595
- info@clinicaireos.com
-
Orario di apertura
dal Lunedì al Venerdì dalle 09:00 alle 20:00
Come raggiungerci
Siamo in Piazza puccini, tra il quartiere di Novoli e del Romito, molto vicino al centro di Firenze.
In auto
Uscendo dall'autostrata a Firenze nord, percorrere tutto viale di Novoli e svoltare a destra in viale Fransceco Redi per giungere in Piazza Puccini, la clinica si trova al numero 4. Nella zona sono presenti diversi parcheggi a pagamento.
Autobus
bus 17B, 17C, 35, 51, 55, CF, LAM-MT, PF
Aereo
Aeroporto Amerigo Vespucci. Prendere Tram o Bus verso Firenze Centro.
Apri la mappaDomande Frequenti
Il laparocele è un’ernia che si forma sulla cicatrice di un precedente intervento chirurgico all’addome. È causato da un cedimento della parete addominale in quella zona e si manifesta come un rigonfiamento più evidente sotto sforzo.
I segnali più frequenti sono:
- rigonfiamento sulla cicatrice che aumenta stando in piedi o tossendo,
- fastidio o dolore,
- sensazione di peso all’addome.
Una visita specialistica e, quando indicato, una TAC possono confermare la diagnosi.
No. Il laparocele è un difetto meccanico della parete addominale e non guarisce spontaneamente. Senza trattamento tende ad aumentare nel tempo.
Rivolgiti subito al pronto soccorso se compaiono:
- dolore improvviso e intenso sulla cicatrice,
- rigonfiamento duro e non riducibile,
- nausea, vomito o blocco di gas e feci.
Possono essere segni di ernia strozzata.
Nella maggior parte dei casi sì. L’intervento è la soluzione definitiva.
In rari casi (persone molto fragili o con controindicazioni importanti), si può optare per una gestione conservativa temporanea con guaina, perdita di peso e limitazione degli sforzi.
La valutazione specialistica comprende:
- visita clinica,
- ecografia o TAC addome per mappare la parete,
- eventuale pianificazione chirurgica.
Si può intervenire:
con chirurgia open (a cielo aperto), oppure con approccio mininvasivo laparoscopico, quando possibile.
In molti casi è prevista l’applicazione di una rete protesica per rinforzare la parete.
Di solito 1–3 giorni.
In laparoceli complessi o pazienti fragili può essere leggermente più lungo.
In linea generale:
- camminare già dopo 24 ore,
- rientro al lavoro d’ufficio in 1–2 settimane,
- evitare sforzi intensi per 6–8 settimane,
- ripresa graduale dell’attività fisica con guida dello specialista.
Come ogni intervento ci sono possibili complicanze:
- ematomi o sieromi,
- infezioni,
- alterazioni della sensibilità,
- recidiva.
L’obiettivo non è solo chiudere il difetto, ma:
- ricostruire una parete solida,
- migliorare stabilità e postura,
- ridurre il rischio di recidiva,
- migliorare anche l’aspetto estetico.
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