Disturbo da dismorfismo corporeo: cos’è e come si cura

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Il disturbo da dismorfismo corporeo (BDD), noto anche come dismorfofobia, è un disturbo mentale devastante che trascina chi ne soffre in un vortice di preoccupazione ossessiva per difetti percepiti nel proprio aspetto fisico, spesso inesistenti o lievi. Immagina di guardarti allo specchio ogni giorno e di vedere solo imperfezioni, di sentire costantemente il giudizio altrui anche quando non c’è. Questa ossessione non solo compromette profondamente la qualità della vita, ma infligge una sofferenza emotiva intensa e continua.

Il BDD incide pesantemente sulla vita psicologica del paziente, portando a livelli elevati di ansia, depressione e vergogna. Le persone che ne sono affette possono arrivare a isolarsi, evitando situazioni sociali per paura del giudizio e del rifiuto. Le relazioni con gli altri diventano difficili, spesso segnate da un incessante bisogno di rassicurazione e da comportamenti di evitamento. La percezione distorta di sé stessi alimenta un dialogo interno estremamente critico, che erode l’autostima e rende ogni interazione sociale un’impresa dolorosa.

In questo articolo, assieme al Dott. Lorenzo Genzano, chirurgo plastico presso la Clinica Ireos, esploreremo cos’è il dismorfismo corporeo, quali sono i sintomi, le cause e come è possibile trattare i problemi derivanti da questo tipo di disturbo ossessivo-compulsivo. Scopriremo come riconoscere questa condizione e come trovare un percorso di guarigione che possa restituire serenità e fiducia a chi ne soffre.

Cos’è il disturbo da dismorfismo corporeo

Il disturbo da dismorfismo corporeo (BDD), noto anche come dismorfofobia, è un disturbo mentale caratterizzato da una preoccupazione eccessiva e ossessiva per un difetto fisico percepito, che spesso è inesistente o minimamente osservabile dagli altri. Questo disturbo si manifesta più frequentemente durante l’adolescenza e tende a colpire maggiormente le donne rispetto agli uomini.

La dismorfofobia deriva dal greco antico “dis-morphé” (forma distorta) e “phobos” (timore). Chi soffre di BDD vive con una continua e angosciante preoccupazione per aspetti del proprio aspetto fisico che considera difettosi, nonostante tali difetti siano inesistenti o irrilevanti per gli altri. Questa condizione rientra tra i disturbi ossessivo-compulsivi (DOC) e non deve essere confusa con i disturbi alimentari, anche se può coesistere con essi.

Sintomi

Il disturbo da dismorfismo corporeo (BDD) si manifesta attraverso una varietà di sintomi che possono svilupparsi gradualmente o improvvisamente, spesso diventando cronici se non trattati. Le persone affette da BDD si concentrano su difetti percepiti in particolari aree del corpo, che possono cambiare nel tempo, descrivendo queste aree con termini fortemente negativi come brutte, deformi o orribili.

Le persone con BDD possono presentare:

  • Preoccupazione ossessiva: Una preoccupazione persistente per difetti fisici inesistenti o minimi, spesso riguardanti il volto, la pelle, i capelli, il naso, gli occhi, le orecchie, la bocca, il seno, i glutei o le gambe.
  • Comportamenti ripetitivi: Controllo ossessivo del proprio aspetto allo specchio, uso eccessivo di trucchi o cosmetici, pulizia e cura eccessiva della pelle, confronto costante del proprio aspetto con quello degli altri, e cambiarsi d’abito ripetutamente durante il giorno.
  • Evitamento sociale: Evitare situazioni sociali per paura del giudizio altrui, isolamento sociale, difficoltà nel rendimento scolastico o lavorativo, e rifiuto di farsi fotografare o partecipare a eventi pubblici.
  • Richiesta di rassicurazioni: Ricerca continua di rassicurazioni da parte di amici, familiari o professionisti sulla normalità del proprio aspetto, con reazioni negative alle critiche o commenti altrui, anche se positivi.
  • Ricorso a trattamenti estetici: Ricorso frequente a trattamenti estetici, chirurgia plastica e altre procedure cosmetiche, spesso senza raggiungere soddisfazione duratura, e utilizzo di terapie ormonali nella speranza di migliorare il difetto percepito.

Inoltre, possono verificarsi:

  • Ossessivo controllo della zona di interesse, con concentrazione maniacale su una specifica area del corpo.
  • Uso eccessivo di cosmetici, con applicazione di trucco pesante per mascherare difetti percepiti.
  • Lavaggi frequenti per eliminare presunti difetti dermatologici.
  • Tricotillomania, ovvero strappare i capelli nel tentativo di migliorare l’aspetto.

Nei casi più gravi, il disturbo da dismorfismo corporeo può risultare altamente invalidante, compromettendo significativamente la qualità della vita. Le persone affette possono sperimentare un grave impatto sulla sfera sociale e lavorativa, presentare alti livelli di ansia e depressione, e avere pensieri suicidari o tentare il suicidio.

Comprendere i sintomi del disturbo da dismorfismo corporeo è fondamentale per identificare e trattare tempestivamente questa condizione, migliorando così la qualità della vita dei pazienti affetti.

Cause

Il disturbo da dismorfismo corporeo (BDD) ha origini multifattoriali, comprendendo una complessa interazione di fattori genetici, biologici, psicologici e ambientali. Sebbene non sia completamente chiaro quale combinazione di questi fattori porti allo sviluppo del BDD, la ricerca suggerisce che ognuno di essi giochi un ruolo significativo.

Fattori genetici

Le ricerche indicano una possibile predisposizione genetica al BDD. Le persone con una storia familiare di disturbi ossessivo-compulsivi o altre condizioni psichiatriche hanno una maggiore probabilità di sviluppare il disturbo. Studi suggeriscono che i familiari di primo grado di individui affetti da BDD presentano un rischio aumentato di sviluppare sintomi simili.

Fattori biologici

Le alterazioni nei neurotrasmettitori cerebrali, come la serotonina, sono state identificate come possibili contributori al BDD. Squilibri chimici nel cervello possono influenzare negativamente l’umore e il comportamento, rendendo gli individui più vulnerabili allo sviluppo di pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi legati alla percezione del proprio corpo.

Fattori psicologici

Esperienze traumatiche o stressanti durante l’infanzia e l’adolescenza giocano un ruolo cruciale nel BDD. Queste esperienze possono includere:

  • Abusi fisici o sessuali: Traumi gravi che influenzano negativamente l’autostima e l’immagine corporea.
  • Bullismo: Derisioni o umiliazioni ripetute che portano a un’immagine corporea distorta.
  • Rifiuto o umiliazione da parte dei coetanei o familiari: Esperienze che alimentano sentimenti di inadeguatezza e vergogna.

Fattori ambientali

Le pressioni socio-culturali e gli ideali di bellezza irrealistici promossi dai media, dalla moda e dalla pubblicità contribuiscono significativamente allo sviluppo del BDD. La costante esposizione a standard estetici inarrivabili può indurre le persone a confrontarsi negativamente con questi ideali, alimentando insicurezze e ossessioni riguardanti il proprio aspetto fisico.

Incidenza e vulnerabilità

L’incidenza del BDD è stimata intorno al 2% nella popolazione generale, mentre sale al 6% tra coloro con diagnosi psichiatriche. Individui con instabilità emotiva, stati depressivi o che hanno subito abusi fisici o psicologici presentano una maggiore vulnerabilità al disturbo, poiché tali condizioni aumentano la sensibilità verso la propria immagine corporea.

Diagnosi

Diagnosticare il disturbo da dismorfismo corporeo (BDD) è un processo complesso, reso difficile dalla riluttanza dei pazienti a riconoscere o ammettere la natura ossessiva delle loro preoccupazioni. Spesso, la vergogna e l’imbarazzo impediscono una chiara comunicazione dei sintomi, ritardando il riconoscimento e il trattamento del disturbo.

La diagnosi del BDD si basa principalmente su una raccolta dettagliata della storia medica e psicologica del paziente, con un esame approfondito dei sintomi, del loro impatto sulla vita quotidiana e della durata delle preoccupazioni legate all’aspetto fisico. Questo include un’indagine su eventuali comportamenti ossessivi e compulsivi associati al controllo del proprio aspetto.

Per supportare il processo diagnostico, vengono utilizzati strumenti di valutazione standardizzati. I più comuni sono il Body Dysmorphic Disorder Questionnaire (BDDQ) e il Body Dysmorphic Disorder Modification of the Yale-Brown Obsessive Compulsive Scale (BDD-YBOCS). Il BDDQ è un questionario a risposta chiusa che valuta la presenza e l’intensità della preoccupazione per difetti fisici immaginari o esagerati, mentre il BDD-YBOCS è una scala di valutazione che misura la frequenza e la gravità dei sintomi ossessivi e compulsivi legati al disturbo.

La vergogna e l’imbarazzo profondi riguardo alle preoccupazioni sull’aspetto rendono difficile l’auto-rivelazione. Inoltre, molti pazienti non riconoscono che le loro preoccupazioni sono sproporzionate rispetto alla realtà, considerandole invece come problemi reali che necessitano di correzione.

È importante distinguere il BDD da altri disturbi che possono presentare sintomi simili. Ad esempio, quando la preoccupazione principale riguarda il peso o la forma del corpo, è essenziale valutare se il paziente possa avere un disturbo dell’alimentazione come l’anoressia nervosa o la bulimia. Se le preoccupazioni riguardano specificamente le caratteristiche sessuali fisiche, potrebbe essere più appropriato considerare una diagnosi di disforia di genere.

Una diagnosi accurata del disturbo da dismorfismo corporeo richiede un’attenzione particolare ai dettagli della storia del paziente e l’uso di strumenti diagnostici specifici. Superare le barriere della vergogna e dell’imbarazzo è cruciale per permettere ai pazienti di ottenere il trattamento necessario e migliorare la loro qualità della vita.

Dismorfismo e Vergona

Il disturbo da dismorfismo corporeo (BDD) è strettamente legato alla vergogna, un’emozione centrale che influenza sia lo sviluppo sia il mantenimento del disturbo. La vergogna nel BDD deriva dalla percezione di essere intrinsecamente difettosi e socialmente indesiderabili, portando a una serie di comportamenti problematici e conseguenze psicosociali negative.

Le persone affette da BDD spesso sperimentano un’autocritica intensa e continua, accompagnata da valutazioni negative su se stessi per i difetti percepiti. Questa autocritica porta a un bisogno impellente di nascondere o camuffare tali difetti, evitando il contatto sociale per paura del giudizio e del rifiuto.

La vergogna gioca un ruolo significativo nell’aumentare la gravità dei sintomi del BDD e contribuisce a limitare il funzionamento sociale e personale. Le persone con BDD possono ritrovarsi intrappolate in un ciclo di evitamento sociale, depressione e persino pensieri suicidari, aggravati dal continuo confronto con gli altri e dall’ossessione per il proprio aspetto.

Interventi per la Vergogna

Negli ultimi anni, gli approcci terapeutici di “terza onda” della terapia cognitivo-comportamentale (CBT) hanno mostrato promettenti risultati nel trattamento della vergogna associata al BDD. Due delle terapie più efficaci in questo contesto sono la Acceptance and Commitment Therapy (ACT) e la Compassion Focused Therapy (CFT).

  • Acceptance and commitment therapy (ACT): L’ACT è una forma avanzata di CBT che mira a incrementare la flessibilità psicologica dei pazienti, favorendo l’accettazione delle esperienze interne dolorose, come la vergogna, e promuovendo comportamenti in linea con i propri valori. Questo approccio aiuta i pazienti a rimanere presenti nel momento e a impegnarsi in azioni significative nonostante la presenza di emozioni negative. Gli individui con BDD, che tendono a evitare esperienze dolorose, possono trarre beneficio dall’ACT riducendo l’evitamento esperienziale e affrontando la vergogna in modo più costruttivo.
  • Compassion focused therapy (CFT):La CFT si concentra sull’aumento dell’autocompassione, ovvero la capacità di rispondere a se stessi con gentilezza e comprensione di fronte alla sofferenza. Le persone con BDD spesso lottano con un dialogo interno fortemente autocritico e trovano difficile generare sentimenti di affiliazione verso se stessi. La CFT mira a promuovere l’autogentilezza e a coltivare un atteggiamento di cura e calore verso il proprio sé, riducendo così la vergogna e migliorando l’immagine corporea.

Studi recenti e risultati

Un recente studio (Linde et al., 2022) ha testato un intervento psicologico manualizzato chiamato ACT with Compassion (ACTwC), che integra elementi dell’ACT e della CFT. Questo trattamento è progettato per affrontare la vergogna e l’autocritica, migliorare la flessibilità psicologica e aumentare l’autocompassione nei pazienti con BDD.

I risultati di questo studio pilota hanno mostrato miglioramenti significativi nei sintomi del BDD, nell’autocritica e nella vergogna generale. Inoltre, i partecipanti hanno riportato un aumento della qualità della vita e una riduzione dei sintomi depressivi. Questi risultati suggeriscono che l’ACTwC ha il potenziale per essere un trattamento efficace per il BDD, aiutando i pazienti a superare la vergogna e a migliorare il loro benessere generale.

Trattamento del disturbo da dismorfismo corporeo

Il trattamento del disturbo da dismorfismo corporeo (BDD) richiede un approccio multidisciplinare che integra terapie psicologiche e farmacologiche per affrontare i vari aspetti del disturbo. Questa combinazione di trattamenti è stata dimostrata essere la più efficace nel ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Terapia farmacologica

La terapia farmacologica è un componente cruciale nel trattamento del BDD. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), come la fluvoxamina, sono comunemente prescritti per ridurre i sintomi ossessivi e depressivi. Questi farmaci aiutano a bilanciare i neurotrasmettitori nel cervello, riducendo l’ansia e migliorando l’umore. In alcuni casi, possono essere utilizzati anche antidepressivi triciclici come la clomipramina, che hanno mostrato efficacia nel trattamento dei sintomi del BDD.

Psicoterapia

La psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), è altamente efficace nel trattamento del BDD. La CBT si concentra su due componenti principali:

  • Ristrutturazione cognitiva: Questo metodo aiuta i pazienti a identificare e modificare i pensieri distorti riguardanti il loro aspetto fisico. L’obiettivo è sostituire le convinzioni negative e irrealistiche con pensieri più equilibrati e razionali.
  • Esposizione e prevenzione della risposta: Questa tecnica comportamentale mira a ridurre i comportamenti compulsivi attraverso l’esposizione graduale alle situazioni che provocano ansia, senza permettere al paziente di eseguire le rituali compulsivi. Questo aiuta a desensibilizzare l’ansia associata ai difetti percepiti e a diminuire l’urgenza di eseguire comportamenti compulsivi.

Terapie di terza onda

Negli ultimi anni, le terapie di “terza onda” come l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) e la Compassion Focused Therapy (CFT) hanno dimostrato di essere promettenti nel trattamento del BDD. Queste terapie si concentrano sull’aumento della flessibilità psicologica e sulla riduzione della vergogna e dell’autocritica.

  • Acceptance and commitment therapy (ACT): L’ACT aiuta i pazienti a sviluppare una maggiore accettazione delle loro esperienze interne dolorose e a impegnarsi in comportamenti che riflettono i loro valori personali, nonostante la presenza di emozioni negative. Questo approccio è particolarmente utile per ridurre l’evitamento esperienziale, un problema comune nei pazienti con BDD.
  • Compassion focused therapy (CFT): La CFT promuove l’autocompassione, aiutando i pazienti a trattarsi con gentilezza e comprensione piuttosto che con autocritica. Questo metodo è efficace nel ridurre la vergogna associata al BDD e nel migliorare l’immagine corporea dei pazienti.

Metodi terapeutici innovativi

Recentemente, metodi terapeutici come la stimolazione magnetica transcranica (rTMS) hanno mostrato risultati incoraggianti nel trattamento dei disturbi ossessivo-compulsivi e potrebbero essere applicabili anche al BDD. La rTMS utilizza campi magnetici per stimolare specifiche aree del cervello, migliorando i sintomi in pazienti che non rispondono bene ai trattamenti tradizionali.

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