Politelia: cos’è, cause e rimedi
Generalità e nomenclatura gergale della politelia
La politelia è una patologia per cui sul corpo umano è presente uno o più capezzoli rispetto a quelli che dovrebbero essere altrimenti naturalmente presenti.
La presenza di questa ulteriore protuberanza viene associata a tessuti come quello dell’areola, o ghiandolare mammario e viene volgarmente indicato in termine gergale come terzo capezzolo ovvero capezzolo sovrannumeraro.
I motivi dell’esistenza di questo capezzolo possono essere diversi.
Da un punto di vista meramente fisiologico, i capezzoli non hanno un’età predefinita in cui completano il loro ciclo di nascita ma, anzi, possono svilupparsi soprattutto durante la fase embrionale in soprannumero, affollandosi lungo le linee mammarie – una zona che parte dalle ascelle e arriva fino all’inguine – in maniera del tutto incontrollata seppur prevista da alcune cause specifiche.
Infatti, la politelia è una condizione patologica del tutto casuale che, però, può verificarsi anche a seguito di una vera e propria predisposizione dei geni e la sua correlazione con altre patologie o malformazioni, per quanto ipotizzata da vari studi nel campo della medicina, specialmente quella chirurgica, è ancora tutta da confermare, seppur ipotizzata.
Per quanto riguarda le persone colpite, il terzo capezzolo è una patologia che può attaccare tanto gli uomini quanto le donne e la sua insorgenza, comunque, è considerata un difetto minore che non richiede necessariamente una chirurgia estetica, soprattutto perché la sua presenza non comporta dolore o altri problemi per la vita dell’organismo, seppur possa portare a disagio sociale oppure a problemi durante l’allattamento, rendendosi di fatto utile in questi casi solo dopo attento e preciso esame, prima anamnestico, dove il paziente elenca i suoi disagi e problematiche e infine obiettivo, attraverso cui il medico estetista potrà stabilire la gravità della presenza del terzo capezzolo e consigliare o meno l’esecuzione di un intervento chirurgico per rimuoverlo in via definitiva, al fine di ripristinare lo stato di normalità.
Il capezzolo del corpo umano: com’è fatto e a cosa serve
Il capezzolo si trova sulla mammella, al suo apice, ed è in sostanza la proiezione dell’areola nel suo punto centrale.
La struttura del capezzolo è dotata, al suo interno di vari galattofori, chiamati in termine medico come dotti ghiandolari, che hanno lo scopo di confluire tutti in questa zona per aprirsi sulla superficie esterna del corpo, rendendo inoltre con la loro presenza il capezzolo una parte del corpo dotata di moltissime pigmentazioni e con una consistenza elastica e morbida, sebbene sulla sua superficie si presenti come molto rugoso: questi avvallamenti, comunque, segnalano solamente la presenza dei galattofori e hanno lo scopo di permettere la fuoriuscita del latte.
In tal senso, la sua funzione è indispensabile per la fase di allattamento post gravidanza.
Per quanto riguarda le dimensioni, il capezzolo umano può essere piano o più sporgente, ma in ogni caso si ritrae o espande a seguito delle stimolazioni a lui apportate tramite il tocco, oppure con sbalzi termici, soprattutto per via della sua particolare sensibilità alle temperature fredde.
Cos’è la politelia
La politelia, chiamata dunque anche come terzo capezzolo, è la condizione patologica per cui nella zona pettorale del corpo, sia maschile che femminile, è presente un capezzolo in più mentre la condizione di equilibrio e considerata corretta è quella del numero pari di capezzoli, ovvero uno per lato del petto.
I capezzoli in soprannumero presenti, comunque, sono strutturati e integri di tessuto mammario, così come dei dotti che, però, possono essere solo parziali.
In sostanza, il terzo capezzolo potrebbe essere ben più di un solo inestetismo estetico ma una vera e proprio protuberanza utilizzabile.
In ogni caso, la politelia avviene quando ad essere presente sul corpo umano è un terzo capezzolo ma esistono dei casi clinici dove si parla addirittura di polimastia, cioè quando alla presenza di un capezzolo aggiuntivo corrisponde inoltre anche la creazione di una ghiandola mammaria in più.
Questo caso clinico, comunque, è molto più raro e in questi casi è addirittura fondamentale ricorrere ad un intervento chirurgico in modo da eliminare eventuali e successive complicanze.
Se, invece, c’è la presenza di più capezzoli rispetto al terzo, si parla di capezzoli soprannumerari e comunque possono essere di diversi tipi, sia politelici che polimastici.
In ogni caso, la visita da un medico chirurgo riuscirà a redimere questo dubbio, rendendovi edotti del tipo di capezzolo aggiuntivo di cui soffrite.
In medicina, infatti, questa condizione patologica sta crescendo molto ultimamente e per indicare il terzo capezzolo attraverso sinonimi, sono stati creati i seguenti termini:
- capezzoli tripli;
- capezzoli vestigali;
- capezzoli accessori;
- capezzoli ectopici;
Quella del terzo capezzolo, comunque, sembra essere una condizione meno rara di quanto si creda, soprattutto perché nel corso della storia sono molte le fonti mediche che riferiscono di patologie simili.
Ad esempio, alcuni documenti risalenti al periodo degli antichi romani attestano alcuni uomini avere tre capezzoli anziché due.
Per questo motivo, nell’antichità si riteneva la polimastia o la politelia come un fatto importante in grado di aumentare la femminilità delle donne, rendendole inoltre più fertili in età giovanile.
Non è un caso infatti che molti pittori dell’epoca raffigurassero le divinità con una serie di capezzoli aggiuntivi, mettendoli addosso in alcuni casi anche agli uomini, al fine di renderli molto più virili e attraenti, oltre che per ammantarli di aura mistica e divina.
Le cause dell’insorgenza del terzo capezzolo
Quella dei capezzoli soprannumerari è una patologia che ha diverse cause e solo alcune accertate.
In linea di massima, è sicuro il loro sviluppo già all’interno dell’utero, nella fase di gestazione, verificandosi in una zona qualsiasi all’interno delle linee del latte, quella particolare area del petto umano dove il tessuto mammario si estende dall’ascella fino all’inguine, in entrambi i lati del corpo.
Il punto che più divide i medici anche estetici in merito all’insorgenza del terzo capezzolo è la possibilità che questa sia associata ad alte patologie ben più grave, come lo sviluppo delle cosiddette neoplasie.
La questione è lungi dall’essere risolta e, in ogni caso, è possibile scongiurare questa opportunità dietro consiglio medico, effettuando esami specialistici in merito.
Le cause del terzo capezzolo sono di natura congenita e di tipo sporadico.
Per queste ragioni è praticamente impossibile che questo cresca durante la fase dello sviluppo, ovvero una volta conclusa, mentre l’aspetto relativo alla sporadicità rende l’avveniento casuale, non correlato in pratico ad altri fattori che portino a questo malformazione specifica che può risaltare dalla storia clinica del paziente.
In ogni caso, come è stato notato dalla medicina estetica e quella generica, nel 6% dei casi relativi alla presenza di un terzo capezzolo, questo ha una natura genetica e una predisposizione di famiglia, specialmente se in passato qualche altro parente diretto ne ha sofferto.
Il gene responsabile della malformazione è solitamente autosomico dominante, mentre in alcuni casi è stato osservato come la presenza di un terzo capezzolo possa essere associata a disturbi del cuore, soprattutto per quanto riguarda la circolazione o il regolare funzionamento, oppure dei reni, relativamente alle funzioni di minzione.
Il dibattito e gli studi in questi campi rimangono aperti e le correlazioni in tutti i casi, fino ad oggi, non possono essere affermati con certezza da parte dei medici specialistici.
Sono molti gli studi che stanno cominciando ad associare la presenza di un capezzolo accessorio con alcune mutazioni di un particolare gene, quello BRCA2, che si è reso possibile grazie ad un particolare avvenimento del 2017 dove due soggetti, un fratello e una sorella, hanno sviluppato un cancro al seno direttamente dovuto alla mutazione del gene succitato.
Entrambi avevano un capezzolo soprannumerario con forma bilaterale: una coincidenza per niente banale che rafforza la tesi di coloro che credono che il terzo capezzolo sia frutto di mutazioni genetiche.
Alcuni studi sul capezzolo soprannumerario sono condotti in associazione genomica.
In particolare, in alcune specie di pecore molto diffuse in Europa sono stati trovati loci nel lodo DNA.
Questa, consiste nello sviluppo, appunto, del terzo capezzolo.
La teoria avanzata è che un sistema simile possa esserci anche nell’uomo, tuttavia ad essere sollevata è stata solo l’ipotesi in quanto non sono stati ancora condotti studi solidi sull’argomento.
L’associazione del terzo capezzolo con altre malattie dell’uomo
Come già accennato, anche in virtù degli studi sul decorso della patologia, il terzo capezzolo non ha particolari conseguenze dal punto di vista dei sintomi e dei problemi di salute, trattandosi soprattutto di una patologia che insorge in maniera naturalmente casuale.
Tuttavia, in base agli studi clinici e all’osservazione eseguite su ci soffre di questa patologia è stato osservato che il capezzolo soprannumerario ha molto spesso delle correlazione con altre malattie.
In particolare sono state osservate varie correlazioni con sindromi diverse, come quella di Turner o di Kaufma-McKusick, oltre che quella di Char e di Simpson-Golabi-Behmell.
Anche l’anemia di Falconi così come vari altri problemi al sangue sono stati osservati e confermati in correlazione con il terzo capezzolo, sebbene si tenda ad escludere che la presenza di quest’ultimo possa in alcun modo essere collegata ad un decorso più duro della malattia.
Altre malattie ben più gravi – di cui si sta attualmente studiando l’eventuale associazione – che, in vari casi, hanno portato alla presenza del terzo capezzolo durante il decorso sono relativi al sistema nervoso centrale, specialmente per quanto riguarda l’epilessia, l’aneurisma e l’emicrania.
Alcuni scienziati hanno avanzato l’associazione anche con un ritardo nello sviluppo del soggetto senza, però, riuscire a dimostrare le tesi con i dati attualmente a disposizione utilizzati per gli studi clinici.
Molto più preoccupanti, e su cui gli studi si stanno concentrando con maggiore attenzione, sono le eventuali associazioni del terzo capezzolo con malattie dello scheletro e del cuore.
Le malattie scheletriche di cui si teme l’associaizone con il terzo capezzolo riguardano malformazione alla mano e l’assenza di una costola, oltre che anomalia vertebrale.
Le malattie cardiache che riguardano l’eventuale associazione con il terzo capezzolo, invece, sono soprattutto l’ipertensione, la cardiopatia e il difetto del setto ventricolare.
L’elenco è davvero nutrito e preoccupante, tuttavia ad oggi la correlazione non è ancora accertata e le fasi di studio sono appena iniziate. Ciò che è certo, comunque, è che quella del terzo capezzolo è una patologia molto più interessante di quanto non possa sembrare e viste le sue particolarità non sarebbe sorprendente scoprire su di esso eventuali altre possibili interazioni con varie e diverse malattie del corpo umano.
Come si formano i capezzoli in più sul corpo umano.
Com’è noto, la formazione dei capezzoli avviene già in fase embrionale, in un periodo temporale compreso fra la quarta e la quinta settimana.
Il periodo di formazione continua durante la sesta settimana con la nascita delle linee del latte mentre il seno continua a svilupparsi prima di andare incontro ad uno stop e recessione.
In questa fase, avviene l’errore che porta alla formazione di un terzo capezzolo sul corpo umano: se le linee del latte che hanno accompagnato la gestazione persistono, infatti, possono formarsi nuovi e diversi capezzoli su tutta la zona del petto con risultati che possono, dunque, essere molto variabili dal punto di vista estetico per una persona.
Visto che la politelia si manifesta soprattutto durante la gestazione è interessante osservare i dati sull’incidenza nella popolazione italiana per quanto riguarda lo sviluppo di un terzo capezzolo.
I dati, purtroppo, sono in questo senso molto fallaci, soprattutto perché molti medici non conoscono o riconoscono bene questa patologia, per cui è facile per loro scambiare un capezzolo extra come un semplice neo o macchia della pelle.
Secondo delle ipotesi avanzate, l’incidenza della politelia dovrebbe essere pari ad una ogni 40 persone senza alcuna differenza per quanto riguarda il sesso.
Se tali dati fossero confermati, allora, si dovrebbe riconsiderare la politelia più che come una malattia che come un piccolo inestetismo del corpo umano, correggibile tra l’altro tramite chirurgia plastica anche non troppo invasiva.
I sintomi del terzo capezzolo
A differenza di altre malattie del corpo umano, i capezzoli soprannumerari non hanno una sintomatologia specificacome ad esempio il dolore.
La loro presenza, dunque, è l’unico problema a cui espongono per cui diventa fondamentale saperli individuare anche ad occhio nudo sul petto umano. S
e non è ben definito, infatti, il terzo capezzolo può risultare alla vista in tutto e per tutto come un neo, rendendone impossibile l’identificazione.
La fase migliore della vita in cui controllare per bene il petto per trovare un eventuale capezzolo accessorio è quella in cui si verificano per diverse ragioni dei cambiamenti ormonali, specialmente durante il periodo adolescenziale o mestruale.
In questo caso, il terzo capezzolo diventa facile da vedere perché probabilmente si gonfierà aumentando anche la pigmentazione, cosa che succede solitamente a tutti i capezzoli quando stimolati.
Anche in questo caso, però, la sua ricerca può essere più difficile del previsto in quanto il terzo capezzolo è solitamente più piccolo di uno normale.
Per finire, il numero di capezzoli aggiuntivi che una persona può avere sul suo corpo può superare abbondantemente i tre, attestandosi fino ai 10.
Come funziona la diagnosi e il trattamento del terzo capezzolo
La diagnosi del capezzolo accessorio è fatta durante le visite di controllo dopo la nascita, in modo da escludere la sua presenza a malattie come nei, papillomi o fibromi neuronali.
Il trattamento specifico per il terzo capezzolo non esiste, esso viene trattato solamente se connesso ad altra malattia più grave.
Nel caso in cui la presenza del terzo capezzolo risulti brutta da vedere, provocando disagio, la chirurgia estetica permette la rimozione del terzo capezzolo e che in base al livello di associazione del capezzolo con il tessuto mammario può essere più o meno invasiva.
Per i capezzoli accessori non connessi al tessuto mammario, infatti, è possibile la rimozione utilizzando crioterapia con azoto liquido piuttosto che la chirurgia, cosa invece necessaria per quelli connessi al tessuto succitato.
Le complicanze del terzo capello: bisogna preoccuparsi?
Sebbene il terzo capezzolo sia benigno nella praticamente totalità dei casi è bene chiarire da subito che la presenza di un capezzolo soprannumerario sia comunque un fatto eccezionale e ancora poco chiaro sia ai dottori che alla medicina.
Per questo motivo è consigliato, comunque, tenerli sotto controllo con visite periodiche, specialmente se questi cominciano a procurare fastidio o dolore.
Un terzo capezzolo, infatti, se connesso al tessuto mammario potrebbe allarmarsi di cancro al seno, aumentando dunque la possibilità di insorgenza della malattia.