Ptosi palebrale: cos’è e come correggere le palpebre cadenti
Le palpebre cadenti sono un problema comune che può derivare dal naturale processo di invecchiamento dei tessuti e dei muscoli, da una condizione congenita ed ereditaria o da altri fattori come la gravità. Questa condizione, nota come ptosi palpebrale, si manifesta quando il margine della palpebra superiore copre parzialmente o totalmente l’occhio e la pupilla, compromettendo non solo l’aspetto estetico, ma anche la funzionalità visiva.
La pelle perioculare, essendo la più sottile del corpo, perde elasticità, idratazione e volume col tempo, rendendo visibili i segni dell’invecchiamento. Questo provoca un aspetto triste e stanco, influenzando negativamente l’estetica oculofacciale.
Gli occhi, che dovrebbero brillare di vitalità e intensità, riflettono invece tristezza e scontentezza. Anche se esistono esercizi specifici per rassodare i muscoli della palpebra, spesso non si ottengono i risultati sperati, soprattutto nei casi più gravi.
Il fenomeno delle palpebre cadenti non risparmia nemmeno le star di Hollywood, che, pur avendo accesso a trattamenti di bellezza avanzati, si trovano a dover affrontare questo inestetismo. Queste celebrità spesso ricorrono a rimedi naturali e a trattamenti estetici per valorizzare il loro sguardo e ritardare i segni del tempo.
La bellezza di una donna non dipende solo dagli abiti che indossa o dagli accessori che sfoggia, ma soprattutto dall’intensità e dalla luce che si percepisce nei suoi occhi. Gli occhi sono lo specchio dell’anima, e la loro freschezza e vitalità sono fondamentali per un aspetto giovanile e radioso. Tuttavia, le cattive abitudini come l’esposizione al sole senza protezione, il fumo, l’abuso di alcol e una dieta poco salutare possono accelerare il processo di invecchiamento, contribuendo alla formazione di palpebre cadenti.
Per risolvere efficacemente il problema delle palpebre cadenti, la soluzione più indicata è la chirurgia estetica grazie all’intervento di blefaroplastica, nello specifico la blefaroplastica superiore. Grazie all’intervento di specialisti in chirurgia oculoplastica, è possibile ripristinare un aspetto più giovanile e riposato, migliorando sia la funzionalità che l’estetica degli occhi.
In questo articolo assieme al dott. Lorenzo Genzano, chirurgo plastico presso la Clinica Ireos, vediamo nel dettaglio cos’è la ptosi palpebrale, quali sono le cause, i sintomi e come è possibile risolvere il problema grazie all’intervento di blefaropalstica.
Prendersi cura dei propri occhi è essenziale per mantenere uno sguardo vivace e luminoso. Se desideri fare un blefaropalstica superiore puoi rivolgerti alla Clinica Ireos e al Dott. Lorenzo Genzano. Per prenotazioni o fissare una prima visita gratuita è possibile contattare la clinica attraverso l’email info@clinicaireos.com o chiamare direttamente il numero 055.332595.
Che cos’è la ptosi palpebrale?
Con la definizione di ptosi palpebrale ci si riferisce a un fenomeno legato a un abbassamento della palpebra superiore che, in condizioni normali, sfiora il bordo superiore della cornea.
In anatomia il termine ptosi indica l’abbassamento di un organo del corpo umano dalla sua normale posizione.
La ptosi della palpebra può essere congenita o acquisita, neurologica o muscolare.
Essendo un cedimento strutturale dei tessuti e dei muscoli che, nei casi più gravi, può incidere sulla vista è più un problema funzionale che estetico.
La ptosi palpebrale può essere monolaterale (quando colpisce solo un occhio) o bilaterale (quando entrambi gli occhi sono coinvolti).
I muscoli che vengono colpiti dalla ptosi sono:
- il muscolo elevatore della palpebra superiore;
- il complesso neuromuscolare;
- il muscolo di Müller;
I soggetti che presentano una ptosi di livello grave presentano un cedimento strutturale dei tessuti muscolari e si trovano inibita la capacità di sollevare le palpebre superiori.
Nonostante esistano degli esercizi per il rassodamento dei muscoli palpebrali, è necessario tenere conto che questi non risolvono il problema, soprattutto quello legato all’eccessiva abbondanza della pelle.
Quando si ha la ptosi della palpebra, infatti, l’unica soluzione efficace è l’intervento con un chirurgo estetico specializzato.
Quali sono le cause della ptosi della palpebra?
La ptosi palpebrale congenita è causata spesso da una malformazione o dallo scarso sviluppo dei muscoli responsabili del sollevamento e della chiusura della palpebra, come il muscolo elevatore, l’orbicolare dell’occhio e il tarsale superiore. Alcuni casi possono derivare da difetti genetici, cromosomici o disfunzioni neurologiche.
In questi casi si riscontra un’alterazione congenita dei nervi nelle strutture muscolari.
La ptosi congenita è presente fin dalla nascita e quasi sempre è di tipo bilaterale, ovvero colpisce entrambi gli occhi.
Nei bambini, la ptosi congenita richiede un esame dettagliato delle palpebre e un trattamento specifico, che dipende dalla funzionalità dei muscoli palpebrali. Se non trattata, può portare a complicazioni come l’ambliopia, che impedisce lo sviluppo della corretta funzione visiva.
Le ptosi palpebrali acquisite, ovvero quelle che spesso si manifestano a causa del processo di invecchiamento, sono quasi sempre monolaterali.
Quando i problemi sono di tipo muscolare si parla di ptosi miogena, mentre quando la ptosi è dovuta a problemi dei nervi si parla di ptosi neurogenetica, invece se la ptosi è dovuta a problemi associati alla fascia che avvolge il muscolo si parla di ptosi aponeurotica.
Cause acquisite di ptosi palpebrale
La ptosi palpebrale acquisita si manifesta generalmente con l’invecchiamento, a causa dell’indebolimento dei muscoli delle palpebre. Le principali cause includono:
- Invecchiamento: La causa più comune è la separazione o lo stiramento del tendine del muscolo elevatore.
- Lesioni o chirurgia: Può insorgere a seguito di lesioni o interventi chirurgici oculari, come la chirurgia della cataratta.
- Malattie sistemiche: Condizioni come il diabete, tumori oculari e disturbi neurologici possono causare ptosi.
- Farmaci e droghe: L’assunzione di oppioidi o l’abuso di droghe come la diacetilmorfina (eroina) può portare a ptosi.
Classificazione della ptosi palpebrale
A seconda della causa, la ptosi palpebrale può essere classificata in diverse tipologie:
- Ptosi miogena: Causata da un indebolimento dei muscoli elevatore, orbicolare dell’occhio e tarsale superiore. Include condizioni come la miastenia gravis e la distrofia miotonica.
- Ptosi neurogena: Deriva da problemi ai nervi che controllano il muscolo elevatore della palpebra. Esempi includono la paralisi del nervo oculomotore e la sindrome di Horner.
- Ptosi aponeurotica: Associata a cambiamenti anatomici legati all’età o post-operatori che indeboliscono le connessioni muscolari della palpebra.
- Ptosi meccanica: Causata da una massa che appesantisce la palpebra, come un neurofibroma, un emangioma o cicatrizzazione da infiammazione o chirurgia. Altre cause includono edema, infezioni e tumori della palpebra.
- Ptosi traumatica: Risultato di una lacerazione della palpebra con recisione dell’elevatore della palpebra superiore o interruzione del percorso neurale.
- Ptosi neurotossica: Un sintomo di avvelenamento, accompagnato da diplopia, disfagia e/o progressiva paralisi muscolare. È un’emergenza medica che richiede trattamento immediato.
Sintomi
La ptosi palpebrale, nota anche come palpebra cadente, presenta una serie di sintomi distintivi che possono variare in gravità. Riconoscere questi sintomi è fondamentale per una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato.
Il sintomo più evidente della ptosi palpebrale è l’abbassamento di una o entrambe le palpebre superiori. Questo abbassamento può essere costante o svilupparsi gradualmente nel corso degli anni. In alcuni casi, può essere intermittente, presentandosi solo in determinati momenti della giornata o in determinate condizioni.
Oltre all’abbassamento visibile della palpebra, la ptosi può manifestarsi con altri sintomi, tra cui:
- Difficoltà nell’aprire o chiudere gli occhi: Le persone affette possono trovare difficile compiere movimenti oculari completi.
- Cedimento della pelle intorno alla palpebra: La pelle sopra o intorno alla palpebra può apparire rilassata o flaccida.
- Affaticamento e dolori oculari: La tensione muscolare necessaria per sollevare la palpebra può causare affaticamento e dolori intorno agli occhi, soprattutto verso la fine della giornata.
- Alterazioni dell’aspetto del viso: La ptosi può cambiare l’aspetto del viso, dando un’impressione di stanchezza o invecchiamento.
Come si misura la ptosi palpebrale
Per misurare la ptosi palpebrale viene presa la distanza tra la palpebra e il bordo corneale. Durante l’esame visivo verrà rilevato e misurato il decadimento della palpebra superiore.
Gradi di gravità
La gravità della ptosi può variare da un leggero abbassamento a una condizione in cui la palpebra copre completamente la pupilla e l’iride, compromettendo significativamente la vista. Nei casi più gravi, la blefaroptosi può limitare o impedire la normale visione, causando problemi nella vita quotidiana.
Le ptosi della palpebra superiore possono essere classificate in 3 livelli di gravità:
- leggera: l’abbassamento della palpebra supera di poco il bordo corneale;
- media: l’abbassamento arriva a sfiorare la pupilla;
- severa: l’abbassamento supera il centro della pupilla o, nei casi di protesi completa, copre completamente la pupilla.
Gradi di ptosi leggera o media risultano un problema prettamente estetico e non comportano problemi funzionali della vista, mentre nei casi di ptosi severe la palpebra comporta un problema funzionale in quanto inibisce, parzialmente o totalmente, il campo visivo.
Diagnosi
Per effettuare la diagnosi e misurare la ptosi palpebrale è necessario sottoporsi a un esame del campo visivo e a una visita ortottica.
Grazie all’esame del campo visivo è possibile rilevare la gravità della ptosi palpebrale e verificare se comporta un deficit funzionale rilevante.
Nel caso in cui la limitazione del campo visivo sia superiore al 40 % i costi dell’intervento di blefaroplastica superiore vengono sostenuti dal sistema sanitario nazionale, in poche parole il paziente potrà effettuare una blefaroplastica gratuitamente (pagando il ticket dell’ospedale) per risolvere il problema funzionale.
Come alzare una palpebra cadente
La palpebra cadente, o ptosi palpebrale, può presentarsi a diverse età e avere molteplici cause. Nei casi lievi, specialmente quelli congeniti, l’osservazione medica può essere sufficiente. Tuttavia, esistono vari metodi e trattamenti per migliorare la condizione, a seconda della gravità e delle cause sottostanti.
Esercizi per rafforzare i muscoli delle palpebre
Per rafforzare i muscoli delle palpebre e migliorare la loro tonicità, è utile eseguire regolarmente alcuni esercizi specifici:
- Sollevamento della palpebra: Metti un dito sulla palpebra superiore e sollevala leggermente. Tieni la posizione per qualche secondo e ripeti l’esercizio 10-15 volte.
- Movimenti circolari: Chiudi gli occhi e fai dei movimenti circolari con le palpebre. Ripeti l’esercizio per 1-2 minuti ogni giorno.
Questi esercizi possono aiutare a migliorare la tonicità dei muscoli palpebrali, riducendo la ptosi nel tempo.
Rimedi naturali
Alcuni rimedi naturali possono essere utili per migliorare l’aspetto delle palpebre cadenti:
- Olio naturale: Applica una goccia di olio naturale, come l’olio di cocco o l’olio di ricino, nell’angolo dell’occhio e massaggia delicatamente la palpebra. Questo può aiutare a idratare e nutrire la pelle delicata delle palpebre.
- Collagene: Utilizza prodotti a base di collagene per rafforzare la pelle intorno agli occhi. Applicare una goccia di collagene nell’angolo dell’occhio e massaggiare delicatamente.
L’importanza dell’idratazione
L’idratazione è fondamentale per mantenere la pelle delle palpebre sana e prevenire il cedimento:
- Crema idratante: Applica una crema idratante specifica per il contorno occhi ogni sera prima di andare a letto. Massaggia delicatamente la crema sulla pelle fino a completo assorbimento.
- Acqua: Assicurati di bere abbastanza acqua durante il giorno per mantenere la pelle idratata dall’interno.
Occhiali e lenti a contatto speciali
Per i casi in cui la ptosi è lieve e non richiede intervento chirurgico, si possono utilizzare soluzioni non invasive come:
- Occhiali “stampella”: Occhiali speciali che aiutano a sostenere la palpebra cadente.
- Lenti a contatto: Lenti a contatto speciali che possono contribuire a sollevare leggermente la palpebra.
Chirurgia estetica
Se i rimedi naturali, gli esercizi e le soluzioni non invasive non portano ai risultati desiderati, potrebbe essere necessario considerare un intervento chirurgico:
- Blefaroplastica: Questo intervento chirurgico mira a correggere la ptosi palpebrale rimuovendo l’eccesso di pelle e rafforzando i muscoli delle palpebre. La procedura è solitamente eseguita in anestesia locale e in regime di day hospital.
I primi giorni dopo l’intervento possono presentare difficoltà nel chiudere completamente l’occhio, ma questo effetto è temporaneo. Lividi e gonfiore possono persistere per alcune settimane, e potrebbe essere necessario l’uso di colliri lubrificanti, antibiotici o antidolorifici. La guarigione completa è generalmente attesa entro 6 settimane dall’operazione.
Nonostante la chirurgia tenda a migliorare l’altezza delle palpebre, la simmetria perfetta potrebbe non essere immediatamente raggiunta, e talvolta sono necessari ulteriori interventi. Le prospettive di successo dipendono dalla causa sottostante della ptosi, ma in molti casi, la chirurgia è in grado di ripristinare sia l’aspetto che la funzione oculare.
Monitoraggio e consulenza medica
Quando la ptosi palpebrale è indicativa di una malattia sistemica, muscolare o neurologica, è fondamentale indirizzare il paziente a uno specialista competente per una gestione appropriata. È consigliabile che i pazienti con ptosi palpebrale, che abbiano subito o meno un intervento chirurgico, siano sottoposti a regolari esami oculistici per monitorare eventuale ambliopia, disturbi di rifrazione e condizioni correlate.
Blefaroplastica per la ptosi palpebrale
L’intervento per la riduzione della ptosi palpebrale, conosciuto come blefaroplastica superiore, è una procedura chirurgica complessa che richiede una preparazione accurata sia prima che dopo l’operazione. La durata media dell’intervento è di circa 2 ore e viene eseguito in anestesia locale in regime di day hospital.
A causa della complessità dell’intervento, si tende a trattare solo le ptosi di gravità severa, tralasciando quelle leggere o di entità media. L’intervento mira non solo a migliorare l’aspetto estetico, ma soprattutto a ripristinare la funzionalità del muscolo elevatore della palpebra.
Il chirurgo sceglierà la tecnica più idonea per correggere la ptosi. In alcuni casi, potrebbe essere necessario collegare la palpebra sotto il sopracciglio, permettendo ai muscoli della fronte di sollevarla quando i muscoli elevatori sono estremamente deboli.
Possono sottoporsi a questo tipo di intervento tutte le persone che abbiano raggiunto la maggiore età. Nei bambini affetti da ptosi grave, è necessario attendere il completamento dello sviluppo corporeo prima di procedere.
I primi giorni dopo l’intervento possono presentare difficoltà nel chiudere completamente l’occhio, ma questo effetto è temporaneo. Lividi e gonfiore possono persistere per alcune settimane, e potrebbe essere necessario l’uso di colliri lubrificanti, antibiotici o antidolorifici. La guarigione completa è generalmente attesa entro 6 settimane dall’operazione.
Nonostante la chirurgia tenda a migliorare l’altezza delle palpebre, la simmetria perfetta potrebbe non essere immediatamente raggiunta, e talvolta sono necessari ulteriori interventi. Le prospettive di successo dipendono dalla causa sottostante della ptosi, ma in molti casi, la chirurgia è in grado di ripristinare sia l’aspetto che la funzione oculare.
È consigliabile che i pazienti con ptosi palpebrale, che abbiano subito o meno un intervento chirurgico, siano sottoposti a regolari esami oculistici per monitorare eventuale ambliopia, disturbi di rifrazione e condizioni correlate.
Rischi e conseguenza derivanti dall’operazione chirurgica
Come abbiamo detto in diversi articoli presenti su questo sito, tutti gli interventi di natura chirurgica possono comportare dei rischi, che siano di natura estetica o di altra tipologia.
Oltre ai rischi legati alla sterilizzazione e all’anestesia, nei casi di interventi mirati a ridurre la ptosi palpebrale è importante affidarsi a chirurghi specializzati e competenti.
Affidarsi a una clinica che segua tutti i protocolli sanitari emessi dal ministero della salute e a personale qualificato ridurrà di molto i rischi di questo tipo di intervento, ma senza annullarli del tutto per la natura stessa degli interventi di chirurgia.
Durante l’intervento il chirurgo avrà il compito di rinforzare con estrema precisione il muscolo elevatore per ripristinare il corretto funzionamento della palpebra.
Il rischio nel trattamento della ptosi palpebrale è che se viene effettuato un rafforzamento insufficiente del muscolo l’elevazione della palpebra superiore sarà ridotta e il problema non sarà risolto. Se invece viene effettuato un rinforzo eccessivo del muscolo il rischio è che il paziente non riesca a chiudere l’occhio dopo l’intervento rimanendo esposto a perforazione corneali e ulcere ricorrenti.
Potrebbe essere utile sapere le possibili condizioni post-operatorie a cui si va incontro, prima di decidere di sottoporsi alla ptosi palpebrale.
Il dolore nei giorni dopo l’intervento non è eccessivo e si riesce a sopportare abbastanza bene.
Esteticamente, si possono presentare gonfiori ed edemi, che spariranno nell’arco di una o due settimane.
La blefaroplastica è detraibile?
Si, la Blefaroplastica è a carico del Sistema Sanitario Nazionale quando il decadimento della palpebra superiore è talmente grave da limitare il campo visivo del paziente.
Quando la Blefaropalstica viene eseguita per risolvere un problema estetico non può essere detratta dalle tasse.