Complicazioni post mastoplastica additiva
La mastoplastica additiva è sicuramente tra gli interventi di chirurgia estetica più richiesti in tutto il mondo.
Si tratta di un intervento chirurgo sicuro e non eccessivamente invasivo ma, come tutti gli interventi di chirurgia, può portare delle complicazioni, sopratutto se non ci si affida a strutture idonee e chirurgi esperti con comprovata esperienza.
Le complicazioni post mastoplastica additiva hanno livelli di gravità ed entità differenti, il chirurgo, prima dell’intervento ha il dovere di informare il paziente su tutti i possibili rischi e le varie complicazioni che si possono presentare dopo l’intervento.
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In che cosa consiste la mastoplastica additiva
L’intervento di mastoplastica additiva ha l’obiettivo di aumentare il volume del seno tramite l’inserimento di protesi mammarie in silicone.
Si tratta di una procedura chirurgica che assicura risultati ottimali dal punto di vista estetico, indicata per tutte quelle donne che hanno un seno piatto e che soffrono di micromastia.
Possono ricorrere alla mastoplastia additiva tutte le donne che desiderano avere un seno più grande e prosperoso. Il seno è una delle parti del corpo femminile che più esprimere sensualità, avere un seno piccolo può provocare un disagio estetico e psicologico nelle donne che va incidere su i rapporti sociali.
Complicazioni dopo l’intervento di mastoplastica additiva
Vediamo nel dettaglio quali sono le complicazioni che possono presentarsi dopo l’intervento
Lo slittamento della protesi
Una delle complicanze che si possono verificare in seguito a un intervento di mastoplastica additiva è quella rappresentata da uno slittamento della protesi.
È la paziente a rendersene conto, dal momento che, dopo lo slittamento delle protesi, i capezzoli risultano orientati in maniera innaturale verso l’alto; inoltre in corrispondenza della parte inferiore si riscontra un rigonfiamento del seno.
Questo accade proprio a causa dello slittamento degli impianti mammari verso il basso. Per correggere questo inestetismo ci può essere bisogno di un intervento ulteriore che prevede l’allestimento di una tasca chirurgica nuova e il riposizionamento delle protesi.
Le infezioni
Dopo un intervento di mastoplastica additiva è raro che si presenti un infezione, ma può comunque capitare. L’infezione può manifestarsi nei giorni seguenti all’intervento, mentre è decisamente rara nelle settimane seguenti.
Ci possono essere, tuttavia, delle circostanze nelle quali l’infezione si presenta anche dopo che le incisioni sono del tutto guarite. Si tratta di situazioni isolate e, in questa eventualità, è indispensabile togliere le protesi mammarie, affinché l’infezione possa essere fermata e la sua diffusione impedita.
Dopodiché, a distanza di tempo, le protesi potranno essere rimesse al proprio posto.
Per ridurre al minimo il rischio di infezione dopo una mastoplastica è importare effettuare l’intervento presso una struttura che segua tutti i protocolli emessi dal ministero della salute, con sale completamente sterili e affidarsi a chirurgi esperti.
Simmastia
La simmastia è una anomalia del seno della donna in cui il tessuto del solco mammario che separa i due seni risultastaccato dallo sterno creando l’effetto di un unico seno unito.
Chiamata anche uniseno o perdita del solco mammario, la simmastia può essere di origine naturale (presente dalla nascita) o nella maggior parte dei casi a una conseguenzadell’intervento di mastoplastica additiva a seguito dell’inserimento delle protesi mammarie.
La simmastia è una complicanza estremamente rara dopo un intervento di mastoplastica additiva ma pur sempre possibile.
Per correggere la simmastia è necessario effettuare una mastoplastica additiva secondaria, che nella maggior parte dei casi comporta il posizionamento di nuove protesi mammarie, molto spesso con dimensioni inferiori rispetto a quelli precedenti dietro il muscolo.
Vuoi saperne di più: Simmastia dopo la mastoplastica additiva
Contrattura capsulare
La contrazione capsulare è una possibile complicazione dovuta all’intervento di mastoplastia additiva e ricostruttivacon l’utilizzo di protesi.
Una volta inserite le protesi tramite l’intervento di mastoplastica additiva, l’organismo tenta di isolarle, avvolgente le protesi in una sottilissima lamina di tessuto chiamata capsula periprotesica.
Si tratta di un fenomeno fisiologico, che prende il nome di incapsulamento e che si concretizza anche in presenza di protesi mediche di altre tipologie: per esempio le ossa artificiali, i pacemaker e le protesi articolari.
Questo processo è una risposta del corpo umano a qualsiasi elemento estraneo o proprio, in poche parole il corpo tenta di isolare i vari elementi costruendoci intorno una specie di “fodera“.
A volte, però, può capitare che intorno alla protesi mammaria la capsula che si forma risulta eccessivamente contratta e rigida. In questi casi si parla di contrazione capsulare, ed è una circostanza che può capitare dopo qualche mese dall’intervento. Il seno assume una forma eccessivamente rotonda e risulta dolente e rigido.
La contrattura capsulare è una complicazione abbastanza rara e che si può prevenire con relativa facilità: in particolare con specifiche tipologie di protesi testurizzate. Inoltre, la paziente è tenuta a effettuare delle manovre di automassaggio una volta che il seno è giunto a guarigione.
La contrattura capsulare viene classificata in 4 differenti stadi di gravità:
- 1° grado il seno ha ancora una conformazione naturale e appare morbido;
- 2° grado il seno mantiene una forma normale ma al tatto risulta un po’ più sodo;
- 3° grado il seno inizia ad assumere una forma lievemente distorta e al tatto è rigido;
- 4° grado il seno ha una forma evidentemente non naturale, in alcuni casi fa male e al tatto è particolarmente duro.
Per correggere la contrattura capsulare si ricorre allo squeezing, una manovra manuale che però può essere eseguita unicamente nei casi moderati: è un intervento che viene effettuato dal chirurgo e che dura pochi secondi, mediante il quale la costrizione può essere risolta e l’involucro fibroso viene rotto. Se, però, la contrattura è molto evidente e causa un dolore forte c’è bisogno di effettuare un secondo intervento chirurgico, così che la capsula possa essere rimossa e le protesi possano essere riposizionate.
Vuoi approfondire: Contrattura capsulare
Rippling
Il rippling del seno è una complicazione che può presentarsi dopo qualche mese che ci si è sottoposti a un intervento di mastoplastica additiva e consiste in una antiestetica increspatura che caratterizza la superficie del seno, visibile e percepibile anche al tatto, per effetto della quale si formano delle rughe.
Il rippling non si manifesta immediatamente dopo l’intervento ma a distanza di mesi o addirittura di anni.
Le ragioni per le quali ciò può succedere sono molteplici: per esempio un riempimento eccessivo delle protesi, oppure una copertura tissutale non sufficiente. A volte la colpa può essere del fatto che le protesi sono contraddistinte da una ridotta coesività: la coesività corrisponde alla densità del silicone.
Le più esposte alla probabilità di rippling sono le protesi che vengono collocate dietro la ghiandola, in modo particolare nelle pazienti che hanno poco seno.
Per prevenire il rippling in genere vengono adoperate delle protesi in gel che hanno un livello di coesività più elevato sotto il petto.
Il rippling risulta più evidente se si perde peso, e in genere per rimediare può essere necessario sostituire le protesi mammarie o effettuare un trapianto di grasso per mezzo del quale il tessuto ghiandolare possa essere sottoposto a riempimento.
Maggiori informazioni: Rippling del seno
Rottura protesi mammaria
Le protesi mammarie non durano nel tempo, dopo un certo periodo dovranno essere sostituite.
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Le cause per cui una protesi si rompe possono essere:
- Usura delle protesi a causa del passare del tempo;
- Trauma;
- Eccessiva compressione del seno
- Eccessivo schiacciamento della protesi durante la mammografia;
In caso di rottura della protesi è necessario effettuare un secondo intervento chirurgico che preveda la rimozione della protesi rotta e la sua sostituzione con una protesi nuova.
Perdita di sensibilità
Una complicazione che può presentarsi dopo l’intervento di mastoplastica additiva è la perdita di sensibilità nella zona del seno e del capezzolo.
Questo effetto può essere dovuto al danneggiamento delle terminazione nervose di queste aree durante l’intervento. La perdita di sensibilità può essere temporanea o definitiva a seconda dei casi.
Per ridurre il rischio di perdita di sensibilità è importante affidarsi a un chirurgo esperto che scelga correttamente le protesi mammarie e la corretta tecnica chirurgica.
Attenzione alla mammografia
Può succedere che, in seguito a una mastoplastica additiva, le protesi mammarie rendano più difficile il rilevamento del tumore al seno.
Le protesi, in particolare, rischiano di celare alla vista lesioni sospette o vere e proprie forme tumorali non solo in occasione di una mammografia, ma anche durante gli ultrasuoni o una radiografia. Questo è il motivo per il quale i professionisti che eseguono tali esami sono tenuti a trattare le pazienti che hanno le protesi al seno con una specifica attenzione.
In particolare, c’è bisogno di visite supplementari, dalla durata maggiore, affinché possano essere realizzate altre immagini. N
el momento in cui si prenota una mammografia è necessario far sapere che si hanno delle protesi. Il radiologo necessita di particolari immagini che possono essere ottenute attraverso la panoramica di Eklund, grazie a cui è possibile visualizzare in modo ottimale il tessuto mammario e rilevare eventuali lesioni.
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La riduzione dei rischi
Per ridurre tutte le complicazioni legate all’intervento di mastoplastica additiva è importante rivolgersi a una struttura idonea che metta in pratica tutti i rigidi protocolli sanitari e di sterilizzazione emessi dal ministero della salute e affidarsi a un chirurgo con comprovata esperienza in questo tipo di intervento.
Spetta al chirurgo che si occupa dell’intervento, alla sua esperienza e alla sua perizia limitare il più possibile le complicazioni post mastoplastica additiva; d’altro canto è compito della paziente osservare le disposizioni fornite in fase di dimissione.
È chiaro, però, che chi si sottopone alla mastoplastica additiva deve sapere quali sono le complicanze.
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